giovedì 1 maggio 2014

L'essenza del pilota

Ayrton Senna (San Paolo, 21 marzo 1960 – Bologna, 1º maggio 1994)
Oggi ricorre il 20° anniversario della scomparsa di Ayrton Senna. 
Nonostante fosse un pilota di F1, vorrei in qualche modo cercare di ricordarlo, omaggiarlo.
Ayrton era o meglio è, uno di quei personaggi, di quei Campioni che restano nel cuore della gente nonostante il tempo che passa. Non per i, seppur prestigiosi, risultati ottenuti (3 volte Campione del Mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991; 41 GP vinti; 80 podi, 65 pole position, 19 giri veloci), ma per la persona che era. Senna era un uomo affascinante, quel fascino che solo i Campioni hanno. Non era un pilota qualunque. Colpiva anche per la sua profondità d'animo, probabilmente dovuta anche alla grande religiosità.

Chiunque tu sia, qualunque sia la tua posizione sociale, alta o bassa, abbi sempre molta forza e determinazione e fai tutto con molto amore e con fede in Dio, che un giorno arriverai al tuo obiettivo
Io corro per vincere finché sento che è possibile. A volte si sbaglia? Certo, è impossibile far bene per tutto il tempo. Ma io corro progettando di vincere, finché sento che sto facendo bene

Correre, competere, ce l'ho nel sangue,
è parte di me, è parte della mia vita

Il secondo è il primo dei perdenti!

In pista era determinato, ambizioso, aveva un solo ed unico obiettivo: vincere! "Essere un pilota di auto da corsa vuol dire rischiare di continuo. Essere un pilota di auto da corsa significa che gareggi con altre persone. Se non provi più ad inserirti quando vedi un'apertura, non sei più un pilota di auto da corsa! Perché siamo tutti in competizione, in competizione per vincere! La nostra motivazione principale per gareggiare, è vincere! Non arrivare quarti, quinti o sesti!". Già questo fa capire che tipo fosse. Lui era l'essenza del pilota! 
E' per questo che ancora oggi molti piloti si ispirano a lui.
Non solo i piloti di auto, ma anche quelli di moto. Possiamo infatti trovare alcune somiglianze tra lui ed alcuni piloti attuali.
Inoltre alcune tematiche sollevate da Senna sono state, finalmente, prese in considerazione. Una su tutte la sicurezza. Purtroppo però, come sempre, ci si pensa sempre dopo le tragedie. Fortunatamente, almeno in F1, quello di Senna è stato l'ultimo incidente mortale e speriamo resti tale.
Quando penso che ho raggiunto il mio limite  
scopro che ho la forza di andare oltre
Per quanto riguarda le prestazioni
l'impegno, lo sforzo, la dedizione, 
non c'è via di mezzo. 
O si fa una cosa bene o non si fa!
L'importante è vincere. Tutto sempre.
Questa storia che l'importante è competere non è altro che demagogia
Non ho idoli. Ammiro il lavoro, la dedizione e la competenza

Siamo insignificanti. 
Per quanto si pianifichi la propria vita,  
da un momento all'altro tutto può cambiare


Io il giorno della sua morte avevo poco più di 7 anni e francamente non ricordo praticamente nulla di lui. L'unica cosa che mi è rimasta impressa è questo incidente in F1 in cui era deceduto un pilota. Oggi scopro che i piloti morti in quel week end erano 2: Ayrton e, il giorno prima, Roland Ratzenberger. Avevano entrambi 34 anni, Ayrton li aveva già compiuti (21/03/'60), mentre Roland li avrebbe compiuti il 4 luglio. Anche la morte di Roland è servita a contribuire alla sicurezza. In conseguenza del suo incidente fu sviluppato il dispositivo Hans (Head and Neck Support, supporto per la testa e il collo), quella protezione in fibra di carbonio che tutti i piloti di oggi indossano: avvolge completamente il collo, pur senza impedirne i movimenti fondamentali, ma è ancorata al corpo del pilota, non alla macchina. Quindi in caso di urto il collo mantiene la sua posizione relativa rispetto al resto del corpo; di conseguenza l’energia dell’impatto viene trasferita a spalle e torace, molto più forti, oltre che alle cinture di sicurezza e alla struttura della macchina.
(Vi propongo un pezzo a lui dedicato: http://motori.leonardo.it/roland-ratzenberger-20-anni-morte-per-lui-lomaggio-incompiuto-di-senna/).
Tornando a Senna, in questi giorni, giustamente, ho visto molti omaggi a lui, tra cui il film. Questo mi ha colpito molto. Essendo un documentario, le immagini erano reali e quindi ho potuto farmi un'idea di chi fosse questo Campione. Una delle tante cose evidenziate dal film è il suo anticonformismo. Il film inizia e finisce con la stessa sua frase, questa: "non c'era né politica, né soldi...era competizione vera!" in cui si riferisce all'avversario che gli ha dato maggiore soddisfazione. Era un ragazzo con cui correva nei kart. Questa è la definizione di sport. L'essenza dello sport, senza business, né politica. Ad Ayrton tutto quello che circondava e che circonda ancor oggi lo sport, non piaceva. Però sapeva usarlo per aiutare le persone meno fortunate di lui. Come i suoi amati connazionali, il suo Brasile! Senna amava la sua terra natia e non perdeva occasione di dimostrarlo. Molti dei suoi gesti caritatevoli, non solo per il popolo brasiliano, sono stati resi pubblici solo dopo la sua morte. Lui, giustamente, non li pubblicizzava, non li strumentalizzava. 
Era un uomo molto religioso, aveva sempre la Bibbia con sé e ne traeva ispirazione. Cosa insolita per un pilota. La mattina dell'incidente, racconta la sorella Viviane: "quando si svegliò, chiese a Dio di parlargli. Aprì la Bibbia e lesse un passo in cui c'era scritto che in quel giorno Dio gli avrebbe fatto il dono più grande di tutti e cioè Dio stesso".
Questo era il Senna uomo, poi c'era il Senna pilota. Quello che correva per passione, con una grande determinazione e voglia di vincere che caratterizza i Campioni. Le sue imprese sono scritte nei libri di storia, una su tutte: la vittoria del gran premio del Brasile 1991. E' costretto, a causa di un problema tecnico, a correre quasi tutto il GP in sesta marcia. Le sue urla di gioia nell'abitacolo, la fatica ad uscire dalla macchina e l'immagine di lui sul podio che solleva con un ultimo sforzo il meritato trofeo, per poi sventolare la bandiera del Brasile davanti al suo pubblico e fare una doccia di champagne, sono una delle pagine di sport più belle che si siano mai viste!
I grandi dello sport, come lui, hanno sempre grandi rivali. Sono i rivali a renderti grande, più forte è l'avversario meglio è. Soprattutto se è l'opposto di te. Il rivale per eccellenza di Senna fu Alain Prost. I due erano agli antipodi. Prost era conformista. In pista ne hanno combinate di tutti i colori, però alla fine si sono riappacificati. Molto bello il saluto, via radio, di Senna a Prost (in quel momento in telecronaca per la tv francese) nel quale gli dice: "Alain mi manchi!"
Come spesso accade nelle grandi rivalità, quando il campionato o la carriera sportiva finisce, la tensione cala e si ritrova il rapporto umano. Come diceva lui: "la vita è troppo breve per avere dei nemici!"
Podio Adelaide Prost e Senna
E' molto difficile descrivere Senna, è un personaggio complesso, ricco di sfaccettature, che rimaneva fedele a sé stesso, nonostante cercassero di cambiarlo. Era una persona sensibile, che riteneva le lacrime un privilegio. Però quando scendeva in pista, si trasformava, prendeva il sopravvento la cattiveria agonistica, l'istinto del pilota. Nonostante fosse dotato di grande talento, continuava a lavorare su sé stesso. Per migliorarsi, per cercare di raggiungere la perfezione, dentro e fuori dalla pista.
Tutto questo è quel che caratterizza un Campione vero. Lui resterà un personaggio unico, ma in molti hanno imparato ed impareranno da lui.
Una persona così, nonostante abbia avuto vita breve, è impossibile da dimenticare.

Semplicemente Ayrton

Senna Movie:
La puntata di "Sfide" dedicata ad Ayrton: 
Speciale Sky:
La testimonianza e la canzone a lui dedicata da Lucio Dalla:
L'amico fotografo: http://www.omnicorse.it/magazine/37315/speciale-senna-angelo-orsi-l-amico-che-non-ha-tradito-ayrton?fb_action_ids=10202834651219062&fb_action_types=og.likes

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